Pomeriggio a Pavia ....
Si parte dalla sua Certosa ... Edificata alla fine del XIV secolo per volere di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano,
in adempimento al voto della consorte Caterina dell'8 gennaio 1390,
e completato entro la fine del 1400 in circa 50 anni, assomma in sé diversi stili, dal tardo-gotico italiano al rinascimentale;
vanta apporti architetturali e artistici di diversi maestri del tempo, da Bernardo da Venezia.
Il suo progettista originario, a Giovanni Solari e suo figlio Guiniforte, Giovanni Antonio Amadeo, Cristoforo Lombardo e altri.
Originariamente affidato alla comunità certosina, poi quella cistercense e, per un breve periodo, anche quella benedettina,
dopo l'unificazione del Regno d'Italia la Certosa fu dichiarata nel 1866 monumento nazionale e acquisita tra le proprietà del demanio dello Stato italiano,
così come tutti i beni artistici ed ecclesiastici in essa contenuti; dal 1968 ospita una piccola comunità monastica cistercense



        

Il chiostro piccolo era il luogo in cui si svolgeva gran parte della vita comunitaria dei padri.
Questo collegava, con i suoi portici, ambienti come la chiesa, la sala capitolare, la biblioteca e il refettorio.
Da esso si vede il fianco e il transetto della chiesa, con le guglie, le loggette in stile "neoromanico" e il tiburio.
Un tempo tutti i tetti erano ricoperti di rame, sequestrato durante le guerre napoleoniche per la costruzione di cannoni.
All'interno del chiostro piccolo vi è il lavabo in pietra e terracotta, con la rappresentazione della scena della Samaritana al pozzo (terzo quarto del XV secolo).




    



Decorazioni simili, opera degli stessi scultori, sono presenti anche nel chiostro grande, lungo circa 125 metri e largo circa 100.
In origine le celle erano 23. Interventi strutturali nel 1514 ne aumenteranno il numero, che passarono a 36.
Oggi si affacciano sul chiostro grande 24 celle o casette, abitazioni dei monaci, ognuna costituita da tre stanze e un giardino.
Di fianco all'ingresso delle celle, siglate da lettere dell'alfabeto,
è collocata una piccola apertura entro cui il monaco riceveva il suo pasto giornaliero nei giorni feriali,
in cui era prescritta la solitudine.
Per i pasti comunitari, ammessi solo nei giorni festivi, ci si riuniva nel refettorio.
Il vastissimo porticato, dalle 122 arcate, fu costruito da Guiniforte Solari nella seconda metà del Quattrocento.
Le colonne delle arcate, decorate da elaborate ghiere in cotto, con tondi e statue di santi, profeti e angeli, sono alternativamente in marmo bianco e marmo rosa di Verona.

   

    



La città in Piazza della Vittoria per l'aperitivo!!

   

Il famoso Ponte Coperto al tramonto ....



Sulle sponde del Ticino le pittoresche casette sulla riva del fiume ...

   

Le luci che illuminano e affascinano il Ponte